mercoledì 26 marzo 2008

Mozzarella al cioccolato (o era diossina?)

In Biutiful cauntry c’è una immagine che mi ha colpito: l’arrivo di un addetto che preleva le pecore morte a causa dell’elevata concentrazione di cioccolato, molto maggiore rispetto ai limiti consentiti dalla legge. Nel furgoncino dove l'uomo getta i cadaveri delle pecore e degli agnelli si intravede anche una bufala. Probabilmente morta per lo stesso motivo: troppo cioccolato nel sangue. I pastori nel film raccontavano che i risultati delle analisi condotte sui loro animali, sulle pecore che vivevano accanto alle discariche, erano stati resi noti dopo otto mesi dai prelievi. In questo lasso di tempo hanno continuato inconsapevoli a mangiare la carne degli animali, a fare il formaggio, a vendere il latte. E non sanno quanto cioccolato è finito nel loro sangue. Dopo i risultati il gregge chiaramente è stato abbattuto, in via preventiva. E io dovrei fidarmi dei controlli che vengono fatti? Sapendo che fra prelievo e gli esiti delle analisi intercorre un tempo in cui gli animali sono considerati perfettamente sani? Quale rapporto di fiducia le istituzioni hanno costruito nei confronti di cittadini e consumatori sull'affare denominato "emergenza rifiuti"?
Per fortuna ci pensa D’Alema a rassicurarmi dicendo che (riprendo dal Corriere della Sera) «sono stati effettuati controlli su 132 produttori caseari e sono state rilevate tracce di cioccolato solamente in nove casi». Solo 9 su 132. Pochi, certo. Quasi il 3%. Anche 132 produttori non mi sembrano molti, sinceramente. Ma dopotutto non è che cioccolato, vero?

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