Sabato sera ho dovuto attraversare la città per andare a vedere, nell'unica sala in cui era proiettato, Biùtiful cauntri. Ma ne è valsa la pena. Il film dei tre autori Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio, Peppe Ruggiero è un bel colpo allo stomaco, che non lascia speranze. E' un viaggio al termine dell'ipocrisia e della stupidità, all'interno del cuore di tenebra che si nasconde in Italia. L'emergenza dei rifiuti Campana non è un problema localistico, ma riguarda tutti gli italiani: è il sintomo più evidente di una tumore nato all'interno della società stessa e a cui occorre dare risposta. [Continua...]
Biùtiful cauntri ci conduce all'interno delle profonde ferite che solcano un paesaggio e la sua gente, in quello che è un vero e proprio "rimosso" istituzionale, politico e civile, e che spesso rifiutiamo ipocritamente di volere vedere.
Andare a vedere il film in sala è dunque un atto di partecipazione attiva alla denuncia, che risponde a un'esigenza civica. Il documentario ci mostra l’interno della discarica ritenuta a norma, che nasconde un vero e proprio lago di percolato, il liquido velenoso che uccide i terreni e filtra nelle falde. Racconta come la camorra abbia permesso alle industrie del nord di sversare in modo indiscriminato materiale tossico ottenuto da scarti di lavorazione di aziende chimiche, siderurgiche, trasformandolo in compost per l’agricoltura. Ma parlando di Biùtiful cauntri non vorrei parlare solo del tema dei rifiuti, ma anche del documentario, non solo di cosa ci mostra, ma anche di come lo fa.
Quando si limita a denunciare, assecondando un certo linguaggio televisivo, con gli inserti video della polizia, l’audio delle intercettazioni, le interviste a tecnici e funzionari capaci di nascondersi dietro le solite parole sacco che più che svelare nascondono ("la camorra", "i politici corrotti", "la massoneria deviata"), il film non ci dice molto di più di quanto abbiamo visto in altre occasioni, nei servizi giornalistici televisivi e su internet. Ma c’è una parte del film che abbandona la denuncia per limitarsi a mostrare la fine di un mondo che è stato spazzato via dalla società dei consumi, un mondo di cui è rimasto lo scarto, che è stato trasformato in rifiuto. E' questa la parte più impressionante e sconvolgente del film: quando ci conduce dentro le terre, nelle case, nelle vite di chi ha visto crescere accanto alla propria abitazione o nei propri campi una montagna di rifiuti pronta a schiacciarli.
Biùtiful cauntri ci conduce all'interno delle profonde ferite che solcano un paesaggio e la sua gente, in quello che è un vero e proprio "rimosso" istituzionale, politico e civile, e che spesso rifiutiamo ipocritamente di volere vedere.
Andare a vedere il film in sala è dunque un atto di partecipazione attiva alla denuncia, che risponde a un'esigenza civica. Il documentario ci mostra l’interno della discarica ritenuta a norma, che nasconde un vero e proprio lago di percolato, il liquido velenoso che uccide i terreni e filtra nelle falde. Racconta come la camorra abbia permesso alle industrie del nord di sversare in modo indiscriminato materiale tossico ottenuto da scarti di lavorazione di aziende chimiche, siderurgiche, trasformandolo in compost per l’agricoltura. Ma parlando di Biùtiful cauntri non vorrei parlare solo del tema dei rifiuti, ma anche del documentario, non solo di cosa ci mostra, ma anche di come lo fa.
Quando si limita a denunciare, assecondando un certo linguaggio televisivo, con gli inserti video della polizia, l’audio delle intercettazioni, le interviste a tecnici e funzionari capaci di nascondersi dietro le solite parole sacco che più che svelare nascondono ("la camorra", "i politici corrotti", "la massoneria deviata"), il film non ci dice molto di più di quanto abbiamo visto in altre occasioni, nei servizi giornalistici televisivi e su internet. Ma c’è una parte del film che abbandona la denuncia per limitarsi a mostrare la fine di un mondo che è stato spazzato via dalla società dei consumi, un mondo di cui è rimasto lo scarto, che è stato trasformato in rifiuto. E' questa la parte più impressionante e sconvolgente del film: quando ci conduce dentro le terre, nelle case, nelle vite di chi ha visto crescere accanto alla propria abitazione o nei propri campi una montagna di rifiuti pronta a schiacciarli.
3 commenti:
complimenti per il blog, magari vieni a trovarci su www.ineout.splinder.com
Ciao
Grazie per i complimenti! non mancherò di passare a trovarvi.
ciao e a presto
quando ho visto il film il colpo allo stomaco è venuto anche a me, e non solo...non sono riuscita nemmeno a vedere per intero alcune scene, non tanto per la crudezza delle immagini quanto per la tragicità ...il film mette in scena le tragedie pubbliche e private che spesso non arrivano a toccarci dentro perchè filtrate da un'informazione distorta e che troppo spesso avverto come lontana, ma che qui ti vengono gettate addosso come una verità cui non è possibile sottrarsi. Sono contenta di aver visto il film con te, perchè come sempre non lasci scivolare via i pensieri...Il blog è bellissimo !!!! un bacio grande francesca
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